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Punta Pisgana

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Siamo al Passo del Tonale di buon’ora e le intenzioni sono di fare un giro attorno alla Punta Pisgana.

Con gli impianti saliamo fino dove è possibile poi dove una breve salita sci in spalla iniziamo la discesa su una neve infame dura come ghiaccio e grumi duri come sassi. Quando la traccia si divide iniziamo a salire e proseguiamo sbagliando la salita al Corno di Bedole; siamo andati oltre seguendo un gruppo di scialpinisti che poi erano diretti altrove.

Dopo lunga traccia prendiamo a dx e con un lungo semicerchio e un’altrettanta salita, su brutta neve, arriviamo al Passo della Tredicesima. Qua finalmente inizia la discesa sul Pisgana. Prima su neve fantastica poi neve via via trasformata ma comunque sempre ottima sciata fino al piano. Quindi camminata e si raggiunge la partenza dell’ovovia che ci riporta al passo.

Gita che è risultata faticosa sopratutto in discesa verso il rifugio Mandrone su nevaccia. Poi caldo per tutta la salita su neve poco scorrevole. Tuttavia la lunga discesa ci ripaga dalla faticosa salita.

Monte Etna

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Diretti in Sicilia destinazione Monte Etna senza la certezze della riuscita, complici i rapidi cambiamenti della meteo, siamo andati oltre le aspettative con una giornata spettacolare il sabato che ci ha permesso un’agevole salita sul cratere di N-E con camminata lungo la bocca sommitale in totale assenza di vento e una discesa spettacolare su neve dura nella prima parte poi su firn dai pizzi Deneri fino alla strada che porta al rifugio Citelli.

Oltre a questo domenica mattina “‘a Muntagna” ha voluto regalarci una piccola eruzione dal cratere S-O . Giovanni ed Io (Dome), alle 5.30, abbiamo potuto fotografare la bocca infuocata del vulcano. Alle 9/10 polvere vulcanica si sparge sopra Zafferana Etnea e sulle nostre teste chicchi neri ci accompagneranno fino in Valtellina.

Grande cortesia da Coco e Letizia proprietari del B&B “La Perla dell’Etna” (via Roma n° 210, telefono +39 0330 693057, info@perladelletna.it) e da alcuni Cavernicoliche hanno cenato con noi venerdi.

Sabato grande cena a Catania dove abbiamo faticato a districarci nel caotico traffico molto di piu’ che durante la salita al cratere.

In conclusione devo dire che si tratta di un’esperienza eccezionale. Oltre la cima si sente pulsare qualcosa che vive e vivrà forse per sempre.

Salita: Da Piano Provenzana 1800m circa, partenza di uno skilift di (Monte Conca), risalire la pista omonima fino al termine. Andando verso lo skilift (Coccinelle) distrutto nel 2003, causa di un’eruzione, aggirare a N il Monte Nero delle Concazze 2192m, e proseguire verso S, fino all’arrivo dello skilift Anfiteatro (Capannina CAI sulla carta 1/50000). In direzione W, senza raggiungere il Monte Dagalotto 2623m ma aggirarlo prima passarlo sul suo versante dapprima E poi SE. In seguito in direzione SW su terreno molto aperto e senza percorso obbligato fino a circa 3000m (su cartina IGM 1:25000) in località Pietrazza a SE del Piano delle Concazze. Da Pietrazza salire in direzione S, fino a circa 3200m su terreno moderatamente ripido, in seguito salire per l’ultima impennata che su terreno più ripido raggiunge una sella compresa fra la Punta di NE 3340m circa a destra SW e la quota 3311m circa da (GPS)a sinistra NE, (prestare attenzione ad eventuali ponti di neve, dovuti al calore sottostante il manto nevoso), depositati gli sci a circa 3270m, salire a piedi eventualmente calzando i ramponi e raggiungere la massima elevazione del cratere di NE, fino alla quota attuale di circa 3340-3345m.

Discesa: oltre che per la via seguita in salita con difficoltà sciistiche di S2 è molto consigliabile la discesa lungo il versante NE dei Pizzi Deneri 2847m con difficoltà sciistiche di S4. Scendere fino a circa 3000m in località Pietrazza e in direzione NE su bel terreno sciistico fino alla piana di 2791m presso la Portella Giumenta dove c’è l’osservatorio vulcanologico, a NE dei Pizzi Deneri, (non indicato su IGM), risalire il più delle volte a piedi con gli sci in spalla, l’ampio e facile pendio fino ai Pizzi Deneri 2847m, (dove è presente un antenne e un pannello fotovoltaici e un misero libro di vetta). In seguito scendere per i bei e in parte ripidi pendii NE dei Pizzi Deneri fino a circa 2100m, in seguito ci sono 2 possibilità, la 1° possibilità traversare verso E passando a S del Monte Frumento delle Concazze 2151m, per poi scendere in direzione del Monte Concazza fino al rifugio Citelli 1740m.
La 2° possibilità è: continuare a scendere nel bel vallone passando in successione a sinistra NW, del Monte Frumento delle Concazze 2151m Monte Zappinazzo 1905m e Monti Conconi 1799m, nel bel vallone con numerose piante di betulla fino a circa 1800m, ora la pendenza diminuisce e in direzione E si raggiunge la strada del Monte Baracca e per essa si raggiunge spingendo un poco la strada che sale a Piano Provenzana 1605m.

 

Piz D’Arbeola

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L’idea era salire al Piz d’Arbeola e scendere a Pian S.Giacomo. Idea abortita a qt 2200 ca.

Dopo aver seguito la pista di fondo fino all’indicazione per il pass di Passit decido di salire fino a qt 1800 per poi prendere a sx la via verso il passo. Arrivato a quel punto e scorgendo un’ottima neve ho tirato dritto con l’idea di arrivare a qt 2200 poi tagliare verso il passo perdendo un 150 mt ma subito un vento teso (ancora…) e sopratutto grossi sastrugi alternati a placche liscie dure mi fanno cambiare idea.

Torno sui miei passi per non perdermi i 300 mt di ottima neve lungo il tratto di salita.

Nel bosco una ravanata con sprofondamenti improvvisi fino alle piste di fondo.

Cima Da Murtaira

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Gita effettuata da Giovanni Rovedatti.

Salita: poco prima di raggiungere il Passo del Maloia 1800 m salendo dalla Val Bregaglia si devia a destra e si raggiunge l’ampio parcheggio gratuito per il Lagh da Cavloc, seguire questa strada ora a piedi (divieto di transiti) e oltrepassare il ponte di quota 1793 m per continuare per la stradina efino a raggiungere con qualche breve discesa il Lagh da Cavloc 1907 m. Passare dall’Alp da Cavloc 1911 m e continuare in direzione S per circa 2/300 metri di sviluppo, in seguito incominciare a salire i ripidi pendii sottostanti I Forn fino a circa 2300 m, ora proseguire per una ripida valletta fra due balze rocciose, e appena è possibile appoggiare a destra S e guadagnare una zona meno ripida a circa 2350 m. In seguito alzarsi per altri 50/70 m di dislivello, per poi deviare verso destra N in leggera ascesa in direzione della quota 2500 m, che dopo avere salito i suoi pendii in parte ripidi la si lascia a destra, continuare sul filo in parte ripid e alzarsi in direzione SW passando nei pressi della quota 2611 m. Dalla quota 2611 m in direzione SSW si aggira a circa 2700 m la cresta E della cima tagliando al piede un ripido pendio (attenzione), fino ad entrare in una valletta sospesa a S della cresta E della cima, dove per essa si raggiunge l’ampia Cima Da Murtaira con gli sci ai piedi.

Discesa: per il medesimo itinerario Variante di salita e di discesa: è possibile salire a questa cima anche salendo i ripidi pendii soprastanti il Lagh da Cavloc, grosso modo dove ci sono tracce di sentiero, per poi fare un lungo traverso a circa 2150/2200 m, fino a passare a circa 2350 m sotto la quota 2500 m ripido e pericoloso in caso di scivolamento, alto salto di rocce al di sotto! In seguito come l’itinerario già descritto.

Monte Sossino

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Gita effettuata da Giovanni Rovedatti.

SALITA:
Dal Ponte del Ferro (1040 m circa) salire per una larga mulattiera, poi per radure e tracce di passaggio, (tenendosi SEMPRE alla destra del torrente), a raggiungere la bella radura di Onder 1405 m. Raggiunta la casa di quota 1438 m, si sale il soprastante dosso di rado bosco per sbucare, al limite dello stesso, alle Malghe di Varicla 1606 m. Deviare ora nettamente verso NE e con traverso su ripido terreno si arriva al baitello di quota 1677 m. Da esso, in direzione pressapoco WNW, si sale per l’ampia (ma ripida) pala delMonte Sossino, indirizzandosi alla sella fra la vetta di quest’ultimo e la quota 2265 m. Dalla sella salire per la cresta ENE del Monte Sossino, tenendone il suo fianco meridionale. Si giunge così ad affacciarsi sul ripidissimo versante S del Monte Sossino. Ora per la brevissima cresta E si raggiunge la croce di vetta, sci ai piedi.

DISCESA:
Per il medesimo itinerario.

Cima Riacci

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Gita alla Cima Riacci effettuata da Giovanni Rovedatti.

SALITA: da Monte 1619 m, seguire fedelmente la stradetta che conduce a Campello 1876 m. Sempre con la medesima stradina salire poi a Campacciolo 2104 m. Poi proseguire sul fondo di Val Campaccio (direzione WSW) fino al Lago Campaccio 2301 m. Proseguire in direzione W fino a quota 2400 m circa. Deviare ora verso S transitando nei pressi delle quote 2603 m e 2661 m a raggiungere i resti del ghiacciaio, posto nella conca a settentrione del Pizzo Coppetto. Verso i 2800 m circa, piegare nuovamente verso W, puntando al colle di quota 2943 m. Esso viene raggiunto, superando negli ultimi cento metri di dislivello, pendii a circa 40°, con un brevissimo tratto a circa 45° (attenzione!). Solamente con ottime condizioni di neve può essere possibile salirlo sci ai piedi. Dal colle si percorre ora la cresta meridionale della Cima Riacci 3009 m, tenendosi al caso un poco sul suo versante orientale. Gli ultimi cinquanta metri circa di cresta sono affilati, vanno quindi percorsi a piedi. Si raggiunge così il minuscolo ometto di vetta.

DISCESA: per il medesimo percorso.